Quando nasci in un mondo in cui non riesci ad adattarti è perché sei nato per aiutare a crearne uno nuovo.

C’è un tempo per rallentare…e così ieri mi son regalato la lentezza.
Dover camminare con calma per assecondare un ginocchio che è consumato e chiede attenzione, è esperienza preziosa.
Rallentare i movimenti aiuta a moderare i ritmi e a prendersi cura di se e delle piccole cose che ti circondano, puoi concederti di dire ‘no’ senza che il senso di colpa ti raggiunga, ascolti il corpo e i suoi mutamenti, le sue richieste e riposi pure l’anima.
Se poi ti chiedi un poco più in profondità il perché la vita ti chiede di rallentare, allora inizia un viaggio avventuroso tra le pieghe dell’esistenza e scopri messaggi e giungono intuizioni e si accendono illuminazioni.
I ‘miracoli’ sono così, offerti a chi sa vederli!
Giulia Torelli scrive:
“Cerchiamo sempre un miracolo che cambi le cose in meglio. Poi un bel giorno lo troviamo, e quel miracolo era più vicino di quanto immaginassimo: il miracolo siamo noi quando riusciamo a liberarci degli ostacoli costruiti dalla nostra mente.
Allora può avvenire tutto: svanisce ogni paura, non ci sono pregiudizi che ci impediscono di amare, e diventiamo passione libera di esprimersi in ogni cosa.”
Il miracolo sono io, quando spalanco gli occhi sulla vita e mi faccio bastare una briciola di bellezza scovata spazzando il superfluo e ritrovando l’essenziale.

“Quando nasci in un mondo in cui non riesci ad adattarti è perché sei nato per aiutare a crearne uno nuovo.”
(Rivka Azatl)

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