IL MIRACOLO DELLA FIDUCIA
Di fidarci abbiamo un bisogno esistenziale e solo in seconda battuta la fede diventa risposta, reazione e ricambio. La Fede è una delle grandi disposizioni dell’animo umano grazie alla quale interagiamo nel mondo con adattabilità e saggezza. Essa si esprime ora con un sì, ora con un semplice ok, ora con un silenzio assenso, ora con un silenzio di rassegnata accettazione. Fiducia, fede e fedeltà conoscono progressione e sfumature, tempi e modi e gradi diversi nel tempo e nello spazio, nell’età e nelle congiunture della vita. Se tentassimo di coglierle con un’istantanea, le troveremmo in perenne bilico o in precario equilibrio. La fedeltà non è uno stato d’essere ma un’esigenza, un po’ come certe coppie dipinte da Marc Chagall che stanno sospese a mezz’aria in un equilibrio precario, l’una sulle spalle dell’altro, con una mano tesa verso il cielo; basterebbe un soffio e il bicchiere che reggono sulla testa potrebbe precipitare da un momento all’altro e rompersi. E tuttavia, fin che guardiamo, il quadro è lì e la coppia si regge e regge il suo bicchiere come per miracolo.
Li ruscelletti che d’i verdi colli
del Casentin discendon giuso in Arno,
faccendo i lor canali freddi e molli […]
Ivi è Romena […]
XXX Canto dell’Inferno
La Pieve
Siamo anime d’amanti
sulle bifore di luce;
siamo ombre in te, aratro stanco,
di zappe in fila senza volto
come frati in processione
nel solco ruggine che l’Inferno canta,
ma che qui non c’è.
Mi fermo così all’uscio
quasi a non violarla.
È bianca, senza peccato.
Monolite del cielo d’autunno,
madre di pietra
che sulla mia pietra
mi fermi il respiro.
Vorrei abitarti
il tempo di una lode,
per tessere con filo rosso
le cento storie di gioie e rovine.
Vorrei abitarti
il tempo di una parabola,
per sentire la muraia
che afferra il mio cuore
e che mi porta a te,
per una carezza santa
che ci unge di nardo.
Antonio Maiorano
25/11/2018
L’ha ribloggato su NON UN CROCIFISSO MA IL VUOTO, IL RISORTO, L’INFINITO. UNICA EREDITÀ: L’ORO NELLE FERITEe ha commentato:
«… dobbiamo pensare il paradiso non come è raffigurato dagli affreschi delle chiese, ma come recupero delle piccole cose, dei particolari, delle cose che appaiono a noi insignificanti»
(Paolo De Benedetti, Teologia degli animali[1])