“Io era invaso e sollevato come da una fresca letizia infantile; mi sentivo come rifatta vergine e trasparente la coscienza“, “una felicità improvvisa, così forte, che quasi mi ci smarrivo in un beato stupore“.
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Quando di legge Pirandello viene quasi da chiedersi in quale tempo abbia vissuto, e “Il fu Mattia Pascal”, in quale secolo sarà collocato? L’estratto proposto rappresenta il cuore del romanzo, il momento in cui il protagonista muore e poi rinasce, per un caso fortuito della vita, nel nome di Adriano Meis. Chi è costui? “Un uomo inventato“, scrive l’autore. Mattia Pascal viveva i suoi giorni senza quasi esserne padrone, con una moglie che non amava, una famiglia che non sentiva sua. Decise così di partire, eppure non aveva idea, non poteva sapere che non sarebbe più ritornato uguale.
“Io era invaso e sollevato come da una fresca letizia infantile; mi sentivo come rifatta vergine e trasparente la coscienza“, si legge nel romanzo. Mattia Pascal non esiste più, è morto suicida per un dissesto finanziario: è questo che scrivono i giornali, è questa la fittizia verità che…
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